FAQ’S
Sì. Le malattie cardiache e la malattia parodontale hanno correlazioni dovute all’influenza che la malattia parodontale può esercitare sulle malattie cardiache. La malattia parodontale è sostanzialmente un’infezione batterica, i batteri possono entrare nel circolo ematico ed agire come fattori aggravanti di alcune malattie cardiache, come le malattie coronariche o le endocarditi infettive.
I collutori non sostituiscono una corretta tecnica di spazzolamento dei denti. Esistono tuttavia diverse tipologie di collutori, quelli comunemente definiti da banco e presenti anche nei supermercati, possono essere utili come strumenti di prevenzione della carie dentaria. I collutori che richiedono una prescrizione medica e hanno una più specifica azione antibatterica parodontale, sono di solito utilizzati per brevi periodi legati alla impossibilità di praticare le normali tecniche di spazzolamento dei denti. Questi ultimi possono avere effetti collaterali dannosi se usati continuativamente per lunghi periodi.
I soggetti diabetici, in particolare quelli con un controllo glicemico non accurato, soffrono di gengivite e parodontite più frequentemente e con aspetti clinici di maggiore gravità rispetto ai soggetti non diabetici. Tale associazione è così frequente che alcuni ricercatori hanno definito la parodontite una delle complicanze del diabete. La ragione sta nel fatto che i soggetti diabetici presentano alterazioni del metabolismo dei glucidi, ma anche delle cellule immunocompetenti deputate alla difesa antibatterica. Per questa ragione questi pazienti vengono maggiormente esposti al rischio di infezioni. L’associazione diabete-parodontite è di tipo bidirezionale e il controllo dei biofilm orali e dei fattori infiammatori ad essi correlati possono contribuire a migliorare il livello di controllo glicemico. Le manifestazioni parodontali nei pazienti con un diabete sono rappresentate da una gengivite e parodontite più grave rispetto a soggetti sani di pari età, che presentano il medesimo accumulo di placca batterica. Ciò accade soprattutto come detto sopra quando il livello ematico di glucosio è scarsamente controllato. Questa risposata alterata si spiega non solo con la ridotta funzionalità dei leucociti polimorfonucleati ma anche con l’aumentata funzione della collage nasi. Nella valutazione dello stato parodontale e nella formulazione di un piano di trattamento nei pazienti diabetici e importante considerare fattori quali il grado di controllo metabolico, la durata della malattia, la presenza di complicanze a lungo termine del diabete, la presenza di fattori di rischio concomitanti e il livello di benessere generale.
Sì, il fumo è uno dei principali fattori che influenzano la progressione della malattia parodontale. Non solo il fumo aumenta il rischio che si sviluppi la malattia ma anche la risposta alla terapia parodontale risulta alterata nei fumatori. Esso infatti determina una riduzione della vascolarizzazione e di conseguenza un’alterata guarigione dei tessuti, oltre a mascherare i sintomi e i segni della malattia parodontale. Il fumo inoltre ha degli effetti negativi sulle cellule del sistema immunitario quali ridotto livello di citochine proinfiammatorie, enzimi e polimorfonucleati, alterazione della proliferazione e adesione fibroblastica, alterazione della chemiotassi e fagocitosi e abnorme rilascio di proteasi dalle cellule neutrofile che vengono così coinvolte nel riassorbimento osseo. L’entità di distruzione tissutale risulta correlata alla durata ed alla quantità di tabacco usato nelle sue diverse forme. Risulta quindi fondamentale l’impegno dell’odontoiatra nel chiarire al paziente fumatore tutti gli effetti nocivi che il fumo comporta sia a livello di salute orale che sistemica, nonché i benefici derivanti dall’abbandono di tale abitudine.
Le gengive sanguinano perché, in seguito a un accumulo di placca batterica si induce un’infiammazione gengivale. I tessuti, se stimolati meccanicamente (spazzolamento), manifestano il sanguinamento.
La tasca parodontale è uno spazio tra dente e gengiva creatosi in seguito alla distruzione dei tessuti che circondano il dente (gengiva e osso).Il dentista, attraverso l’uso di una sonda parodontale, è in grado di evidenziarne la presenza e la profondità.
Le patologie delle gengive si trattano attraverso la rimozione di placca e tartaro dalle superfici dentali con trattamenti non chirurgici (levigatura delle radici) e chirurgici (sollevamento di lembi gengivali e levigatura delle radici).
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